Telegram, il giornalismo e le aziende

Con 350mila nuovi utenti al giorno, Telegram è diventata, al netto del re Whatsapp, l’app di messaggistica del momentoLa scelgono sempre più utenti, ma anche testate giornalistiche, aziende e, addirittura, Papa Francesco.

C’è un motivo per cui Telegram, che inizialmente era percepita come un’alternativa più sicura a Whatsapp sia diventata così rilevante, non solo per i semplici utenti ma anche e soprattutto per chi ha bisogno di dare informazioni ‘uno a molti’.

I CANALI: TELEGRAM E IL BROADCASTING

La motivazione principale è la possibilità di creare canali. Si tratta di una sorta di newsletter, a cui gli utenti possono iscriversi per ricevere aggiornamenti periodici da parte di una testata giornalistica, un personaggio pubblico o un’azienda.

I giornali stanno sfruttando a pieno la novità. Nelle ultime settimane, in Italia, Wired e Vice, tra gli altri, hanno aperto il loro canale, in cui propongono i più interessanti aggiornamenti del giornale. Papa Francesco, invece, invia ai propri iscritti versetti del Vangelo.

UNA RISORSA PER LE AZIENDE? SÌ MA A UNA CONDIZIONE

E le aziende? Anche per le imprese, i canali possono diventare una risorsa importante. A patto, però, che si abbiano contenuti interessanti da proporre. La pubblicità, inutile dirlo, non ha senso su Telegram. E le aziende possono cogliere e sfruttare le potenzialità del mezzo solo creando contenuti rilevanti sul proprio universo di riferimento.

La tecnologia è una sfida. E, anche in questo caso, le imprese devono essere pronte a saperla cogliere.

TELEGRAM E LA CUSTOMER CARE: I BOT

Telegram, però, può essere una risorsa per le aziende anche per quanto riguarda la customer care. Un’altra delle funzionalità dell’app riguarda la possibilità di creare dei bot. Si tratta di veri e propri utenti gestiti da script intelligenti che rispondono a determinati comandi. I bot servono ad automatizzare molte operazioni.

Un esempio rilevante. Amazon Price Bot consente di conoscere al volo il prezzo di un oggetto in vendita online. Basta digitare @amazonpricebot seguito dal nome dell’oggetto (es. iPod) e il bot risponderà al volo con l’informazione richiesta.

Francesco Marino