Newsjacking

Seguire le tendenze. Cavalcarle, interpretarle. Stare sul pezzo, quando si parla di Internet, è tutto. E le aziende che producono contenuti non possono ignorare il mondo che sta loro intorno. Riassunto in una parola sola, parliamo del newsjacking, una tecnica che consiste nell’adattare un particolare evento o fenomeno ad una campagna di marketing.

Si tratta – dice il Content Marketing Institute – del processo attraverso il quale si inserisce il proprio brand all’interno del flusso delle notizie quotidiane, creando qualcosa che catturi gli occhi quando questi sono più attenti”.

Quello di Red Bull è un esempio di scuola. Facebook è down e l’azienda trova il modo perfetto per inserirsi in quella tendenza, senza snaturare la sua natura. “Red Bull ti mette le ali”, cosa c’è di meglio per tirare “su” il gigante di Mark Zuckerberg? Oppure c’è la Nfl, la lega nazionale di football americano, che, in occasione della nascita del Royal Baby, ha proposto sul suo sito una galleria con i giocatori con i nomi più “regali”.

Il termine newsjacking è stato coniato da un libro del 2011 di David Meerman Scott. Secondo Meerman, ad aprire la strada al newsjacking è stato il web in tempo reale, che ha permesso a tutti di entrare nel flusso per commentare le storie da breaking news, quelle che generano una forte copertura mediale. Una volta a conoscenza della notizia in sé, il passo successivo è adattarla ai contenuti che l’azienda propone, ai suoi valori, ai temi su cui l’impresa ha deciso di insistere. Per farlo, secondo Scott, servono giornalisti, “gli unici a poter trovare dei frame unici che i media tradizionali non hanno affrontato”.