Dalla cronaca al brand journalism: la storia di Lisa Ostrikoff
Una giornalista tv che lascia il suo lavoro per creare una startup che si occupa di video per il web e social media. E che, in questo modo, passa definitivamente al brand journalism. A raccontare la sua storia è la stessa Lisa Ostrikoff, in un articolo apparso sul The Globe and Mail, noto giornale canadese. “Nel momento in cui ho lasciato la mia vecchia carriera” spiega la giornalista “ho scoperto che lo storytelling era parte del mio Dna”. E come sfruttare al meglio questa caratteristica nel lancio di una startup che si occupa di contenuti per il web? Beh, affiancando questa capacità a un brand.
Raccontare, insomma, un marchio. Cosa vuol dire? Le aziende stanno usando i social media ed internet per arrivare direttamente ai consumatori. Utilizzare giornalisti, con una professionalità ben definita, per produrre video o articoli per blog può aiutare i brand ad attrarre audience con contenuti interessanti e ben curati. Come sostiene lo strategist David Meerman Scott, “il brand journalism sta vincendo su tutte le tecniche di direct marketing per attirare attenzione. Sono convinto che i professionisti di marketing, coywriting o pubbliche relazioni non siano le persone giuste per fare questo lavoro. C’è bisogno delle capacità di un giornalista”.
Ma che cos’è il brand journalism? Secondo Lisa Ostrikoff, le parole chiave sono fatti ed equilibrio. Col giornalismo d’azienda si deve raccontare una storia interessante, coinvolgente, che non deve direttamente vendere un prodotto. In questo modo, il consumatore può rimanere legato al marchio. A quel punto, la missione è compiuta.
Esempi di questo tipo di approccio sono la Home Depot, i cui contenuti puntano soprattutto sull’educazione e la Cisco che, nel proprio magazine d’azienda, non viene praticamente mai nominata. Altro caso interessante è quello di Boeing, spesso nominato come un precursore nel campo del brand journalism.
Ma perchè questo modo di comunicare è utile? E’ facile misurarne il ritorno economico, basta contare le condivisioni del singolo articolo o la mole di conversazioni generata. Perchè nel momento in cui le aziende e i pubblici diventano fortemente social, il brand journalism può rendere la comunicazione con il consumatore più interessante, dando la possibilità alle compagnie di distinguersi dai soliti approcci di marketing. “Le aziende” conclude la Ostrikoff “che adotteranno questo strumento creeranno un enorme vantaggio competitivo, aumentando credibilità e rilevanza all’interno del mercato”.