5 lezioni di content marketing da BuzzFeed

154 milioni di utenti unici al mese sono un buon bottino. Abbastanza buono per permettersi di impartire lezioni sul content marketing. Non necessariamente sul giornalismo, perché quello dell’informazione pura è un terreno ovviamente e più spinoso. Ma quando si tratta di capire le dinamiche di rete, organizzare i contenuti e catturare l’attenzione degli internauti BuzzFeed è il re indiscusso. Per questo vi proponiamo la Top Five delle lezioni di content marketing che vale la pena apprendere da questo colosso del news management online.

TESTA DIVERSI TITOLI PER OGNI CONTENUTO

Lo sappiamo, un titolo può fare la differenza. Ma fino a quando questa logica è servita ai giornalisti per intuire ciò che davvero avrebbe reso giustizia al centro di un articolo è stato un conto. Nel campo del content marketing alla BuzzFeed si tratta letteralmente di ipotizzare cosa potrà intercettare l’interesse dei lettori. E attenzione a giocare abilmente tra titoli sul sito e titoli su Facebook. Non necessariamente quello che attira l’occhio sulla piattaforma di riferimento di un brand è quello che cattura l’occhio degli utenti Facebook. Diversi spazi, diversi fonti, diverse dimensioni. Non si tratta di mentire, di creare discordanza tra titolo reale e titolo social: si tratta di adottare il giusto linguaggio in base alla piattaforma di riferimento. È adattamento, e l’adattamento permette alle aziende di sopravvivere nel rumore di fondo facendo spiccare la propria voce.

INSERISCI CONTENUTI VISUALI, SEMPRE

Nell’era postmoderna il contenuto visuale va per la maggiore: è un dato di fatto. L’homo videns ha più piacere a vedere che non a leggere. E questa logica, in rete, raggiunge il suo picco massimo di efficacia. Proprio perché la lettura online è più faticosa per gli occhi di quella offline e le persone perdono mediamente prima l’attenzione dei lettori cartacei, è fondamentale catturare l’occhio degli utenti con contenuti visivi accattivanti. Immagini, video, photogallery, gif animate. Qualunque cosa stacchi dal mero contenuto testuale.

RIORGANIZZA I MIGLIORI CONTENUTI

Progettare e realizzare contenuti rilevanti e di qualità, in rete, è indubbiamente il fattore vincente. Si tratta di fornire ai lettori finali storie cui appassionarsi, materiali informativi coi quali soddisfare la curiosità del momento, contenuti inediti e introvabili altrove. Ma se la gestione dei contenuti si fermasse solo alla mera creazione, BuzzFeed probabilmente neanche esisterebbe. Ebbene sì, perché il colosso da oltre 150 milioni di utenti unici al mese ha fatto della riorganizzazione e delle content curation un vero e proprio paradigma comunicativo. Gli utenti spesso non hanno il tempo o la voglia di selezionare i materiali in rete, o semplicemente di riordinarli seguendo un determinato criterio logico. C’è qualcuno pagato per farli, e da questo collage di contenuti spesso escono fuori Storify, Custom Timeline, collezioni ed elenchi vari. I contenuti ci sono, e magari li ha creati qualcun altro. Perché non riorganizzarli per il lettore?

FACILITA LE INTERAZIONI SOCIAL

Sappiamo tutti cosa sono i plugin social. Sono quei pulsanti diretti che permettono al lettore di mettere un like alla pagina Facebook, un following all’account Twitter e un +1 alla pagina Google Plus. Ma questo non basta per invogliare il lettore a interagire con l’azienda di riferimento. Perché di questo si tratta: invogliare, ovvero spingere l’utente a compiere un’azione che comunque sarebbe disposto a compiere, ma solo se la pagina che visualizza è strutturata in modo tale da ricordargli di farlo. Dai tweet suggeriti di ClickToTweet, alla possibilità di condividere su Facebook una singola immagine, dalla possibilità di interagire su Twitter con il lettore ai plugin social aggiunti in tutte le pagine del sito. Invogliare, invogliare, invogliare. Non state costringendo il lettore: gli state solo ricordando che, nel 2014, l’unità di misura di un’azione in rete è la sua possibilità di condividerla con le proprie reti sociali.

RIVOLGITI A UNA NICCHIA SPECIFICA

È finita l’epoca in cui la comunicazione si poteva basare su un messaggio preimpacchettato e rivolto ad una massa indistinta di persone. L’audience si è segmentata fino a rendere obsoleto il concetto di pubblico. A questo, si sono sostituiti una quantità ingente di pubblici e di nicchie di mercato una volta neanche ipotizzabili. Un po’ perché non esisteva una conoscenza del mercato tale da interpretare le differenti anime del pubblico, un po’ perché i consumatori non avevano pretese così elevate. Fatto sta che, così in politica come nell’informazione e nel marketing, a fare la differenza è la coda lunga, ovvero la somma delle singole nicchie che – a breve – arriveranno a essere composte da singole unità quando l’attività di profilazione perfetta di motori di ricerca, social network e brand sarà compiuta. Insomma, create e organizzate i contenuti avendo bene in mente a chi vi state rivolgendo. E più è specifico questo segmento, più i lettori si sentiranno chiamati in causa.