FaceCoin, Facebook scommette sulla sua criptovaluta
I pagamenti in tempo reale con valuta digitale sono la nuova frontiera dei servizi di messaggistica. Così Facebook sta lavorando a FaceCoin, un progetto di criptovaluta per abilitare i pagamenti via WhatsApp, la piattaforma di proprietà di Zuckerberg che oggi conta un miliardo e mezzo di utenti.
Secondo indiscrezioni del New York Times e di Bloomberg, i pagamenti si potranno effettuare grazie a una moneta virtuale stabile in diversi mercati perché agganciata a beni fisici, come l’oro o il dollaro statunitense.
Nei piani di Facebook Inc. sono tornati anche i servizi finanziari. Il social network più popolare al mondo è pronto a cavalcare il trend delle criptovalute, come stanno facendo i concorrenti Telegram e Signal. Facebook non è nuova a tentativi di introdurre forme di pagamento online nella sua piattaforma. Tra meno di un anno si potrà capire con quali risultati il nuovo progetto sarà accolto sul mercato.
CRIPTOVALUTE, È L’ORA DI FACECOIN
La valuta digitale di Facebook dovrebbe chiamarsi FaceCoin e il suo debutto dovrebbe avvenire entro il 2019 o all’inizio del 2020. Gli utenti potranno inviare denaro ed effettuare pagamenti con una criptovaluta diversa dal Bitcoin, la moneta virtuale più diffusa, che attualmente viene scambiata per circa 3.848 dollari. Facebook ha intenzione di utilizzare un sistema basato sulla blockchain, la catena dei blocchi capace di memorizzare in modo permanente e verificabile le transazioni Bitcoin, in grado di garantire tracciabilità e sicurezza.
A guidare il team che si occupa dei progetti di blockchain c’è David Marcus, presidente e Ceo di PayPal dal 2011, assunto nel 2014 da Facebook per gestire Messenger. “Questo nuovo piccolo team sta valutando diverse applicazioni. Al momento non abbiamo nulla di più da condividere“, ha dichiarato Facebook a Bloomberg. Una cinquantina di persone starebbero lavorando quindi a diverse opzioni, ma non trapelano altri dettagli.
Il progetto di Facebook per l’invio di denaro in tempo reale potrebbe avere come banco di prova il mercato indiano delle rimesse. La notizia era stata diffusa già a fine dicembre del 2018. Testare in India la valuta virtuale dal valore fisso potrebbe rivelarsi interessante per due motivi: il numero di utenti di Facebook indiani, infatti, supera i 200 milioni e le somme di denaro inviate da indiani emigrati verso la loro nazione di provenienza sono cospicue e ammontano a ben 69 miliardi di dollari.
A imprimere un’accelerata verso il lancio di FaceCoin è la recente acquisizione da parte di Facebook di una startup blockchain chiamata Chainspace. Agli inizi di febbraio alcuni membri del team della startup londinese, specializzata nello sviluppo di un sistema decentralizzato per la gestione degli smart contract, sono passati a Facebook. L’ingresso della prima società blockchain aprirà nuovi orizzonti: la scommessa è facilitare pagamenti e altri servizi attraverso una nativa criptovaluta senza il controllo di banche e governi, stando a quanto era stato anticipato dal magazine Cheddar.
PRECEDENTI E CASI ANALOGHI
Come riporta TheCrunch, Facebook ha già puntato in passato sul settore dei servizi finanziari. Il primo tentativo di creare una moneta virtuale risale al 2011 con il lancio di Facebook Credits, la valuta già avviata in modo sperimentale nel 2009 per i giochi e per le applicazioni. Facebook tratteneva il 30% su ogni transazione, ma la funzionalità ha vita breve. I “credits” vanno in pensione già nel 2013, mentre nel 2012 è il turno di Facebook Gifts, che strizza l’occhio al mondo dell’e-commerce: un modo per recapitare regali agli amici che, però, come il predecessore durerà solo due anni. Nel 2015, l’ultima novità rilevante è l’e-payment attraverso Messenger, la chat di Facebook. Il servizio di trasferimento di denaro peer-to-peer lanciato negli USA nel 2015 è stato esteso al Regno Unito nel 2017.
I tempi sembrano maturi per lanciarsi di nuovo nel mondo dei pagamenti virtuali e per farlo in modo più strutturato. FaceCoin avrà come principali concorrenti Telegram e Signal, altre app di messaggistica che stanno lavorando a soluzioni analoghe. La prima ha introdotto pagamenti online tramite bot; la seconda è un servizio di messaggistica criptato open source per smartphone e computer desktop che consentirà entro il 2020 di effettuare pagamenti virtuali. Un percorso simile lo stanno intraprendendo anche le più grandi applicazioni di messaggistica in Corea del Sud e Giappone, Kakao e Line. Negli Stati Uniti è molto diffuso il servizio di pagamento mobile Venmo, mentre in Cina la piattaforma di pagamento digitale più utilizzata è WeChat.
Le potenzialità della criptovaluta riguarderanno oltre 2 miliardi di utenti di Facebook, ai quali vanno aggiunti 1 miliardo e mezzo di utenti di WhatsApp e 1 miliardo di utenti di Instagram. Proprio l’integrazione fra le tre società di messaggistica – Facebook Messenger, WhatsApp e Instagram Direct – offrirà gli sviluppi più interessanti per le microtransazioni con criptovaluta. Gli utenti potranno comunicare tra loro indipendentemente dalla piattaforma usata e, in un domani non molto lontano, anche effettuare pagamenti.
A fare la differenza, ancora una volta, saranno i numeri. La prossima rivoluzione riguarderà i sistemi di pagamento e, in prospettiva, le nuove abitudini di consumo. La sfida di Facebook sarà quella di riuscire ad affermarsi in un campo in cui la concorrenza non manca e nemmeno tutte le insidie che riguardano la privacy e la sicurezza dei dati.