“Carosello Reloaded” e lo storytelling aziendale

In tv, in queste ultime settimane, c’è stato un gradito ritorno. E’ quello di “Carosello”, in onda su Rai1 in versione Reloaded, aggiornata rispetto all’edizione originale, durata dal ’57 al ’77. Il programma dura meno di cinque minuti e contiene, al suo interno, tre minispot da 70 secondi. Solo un’operazione nostalgia? Non proprio. Il progetto nasce dalla necessità di adoperare un metodo di storytelling nella comunicazione pubblicitaria televisiva.

Quelle raccontate da “Carosello” prima e da “Carosello Reloaded” poi, sono storie, nel vero senso della parola. Narrazioni all’interno delle quali il brand non è necessariamento al centro, ma è ciò che spinge e giustifica l’azione. Lo storytelling nasce dalla riflessione secondo cui il consumatore acquista con il cuore, giustificandosi con la mente. Si punta su una comunicazione emozionale, di intrattenimento, di svago, che punti ad avvicinare l’azienda al cliente, fidelizzandolo.

In Italia, lo storytelling nasce proprio negli anni ’60 con “Carosello”, per poi conoscere un periodo di crisi dagli anni ’80 in avanti. A salvare questo modo di comunicare con il consumatore interviene il Web 2.0, che fornisce all’azienda una serie enorme di metodi per portare avanti la propria storia. E per far entrare nella propria narrazione anche il cliente, che può intervenire in prima persona grazie ai social network.

Ciò che conta è che creando narrazioni capaci di catturare il pubblico grazie ad effetti speciali, musiche evocative e immagini emozionanti, il brand può farsi riconoscere, accrescendo la fedeltà del consumatore. Questo perchè lo storytelling porta l’audience a ricordare meglio il messaggio, a contestualizzare i benefici del marchio, condividere il contenuto con altri e a dedicare tempo per sapere come va a finire la storia.

Quello che serve al brand è una storia personale, autentica, che esprima le intenzioni e gli obiettivi dell’azienda. Una narrazione che valga la pena di essere raccontata e che offra contenuti interessanti per il target a cui si fa riferimento. A quel punto, non resta che usare tutti gli strumenti a propria disposizione, da Youtubea Flickr, passando per Facebook e Twitter.