Social Media Marketing: 4 miti da sfatare

Il social media marketing ha attraversato sostanzialmente due fasi. Nella prima, i top manager di tutto il mondo hanno rinnegato con supponenza l’uso professionale di Facebook et simili. Dopotutto, come poteva sembrare utile all’azienda tradizionale una piattaforma virtuale in cui semplicemente gli amici si scambiavano avance sessuali e i parenti le foto dei rispettivi cagnolini? Nella seconda fase, apriti cielo, è arrivata la consapevolezza che, sì, anche il tempo speso sui social media poteva essere un investimento utile. Il problema è che, a questa consapevolezza, si sono pericolosamente affiancate molte congetture. Veri e propri miti che hanno permeato le strategie comunicative di brand e pseudo-guru. Con risultati tragicomici.

1) POSSONO FARLO TUTTI. CHE CI VUOLE, È SEMPLICE!

Partiamo da un assunto: quelli del New York Times non sono gli ultimi arrivati. E se nel 2009 hanno assunto Jennifer Preston, inaugurando per primi nella storia la figura del Social Media Editor, un motivo ci sarà. Così come ci sarà un motivo se – dalle redazioni online alle brand newsroom – esistano figure specializzate che curano la parte social per giornali ed aziende. Stabilire una social media policy a misura di azienda; maneggiare programmi di foto e video editing; adattare il contenuto proposto in base al social di riferimento e al device con cui verrà fruito; modificare la pubblicazione in base agli input ottenuti dall’analisi dei dati. Stare sui social implica uno studio preventivo e un investimento, preciso, in termini di risorse umane ed economiche: non si apre un profilo se prima non se ne è valutata l’utilità. Non c’è spazio per l’improvvisazione. Pensare che sia tutto “semplice” vuol dire delegittimare il lavoro dei professionisti del settore e credere che il successo di questo o quel brand sia dovuto… al caso. Troppo comodo.  

2) GRATIS GRATIS GRATIS

Rubare video su YouTube è gratis, creare video professionali costa. Aprire una pagina Facebook è gratis, sfruttare gli spazi destinati all’advertising con campagne mirate costa. Twittare è gratis, usare tool avanzati (come JustUnfollow e ManageFlitter) e finanziare Trending Topic sponsorizzati costa. Solo perché esistono alcuni strumenti gratuiti e perché i social, per propria natura, devono cercare di estendersi anche ai non addetti ai lavori – da qui la necessità di un’iscrizione gratuita – non vuol dire che il social media marketing sia a costo zero.

 

3) L’IMPORTANTE È STARE SU FACEBOOK

Tendenzialmente diffidate di chiunque elegga Facebook leader della propria strategia di comunicazione in Rete. Il motivo sta tutto nel seguente motto, tanto caro ai marketers d’oltreoceano: «never build your home on rented land». Un’azienda forte costruisce la propria identità in Rete laddove può esserle più congeniale, e cioè in quei luoghi virtuali dove ha il controllo della piattaforma. Sul proprio sito, ad esempio. Aggrapparsi disperatamente ad una «terra» posseduta da qualcun altro – come Mark Zuckerberg o Jack Dorsey, per dire – significa esporsi al pericolo dell’ignoto e al cambiamento fulmineo senza poter colpo ferire. Significa investire tempo ed energie su piattaforme “esterne” dove non siete voi a decidere il design della piattaforma, le modalità di pubblicazione dei contenuti, il target di riferimento etc.

[Se siete un’azienda e avete creato un profilo anziché una pagina, potete sin da ora licenziare il vostro social media manager. Perché non gli sono chiare neanche le basi.]

4) I SOCIAL MEDIA SONO TUTTO

Questo costituisce la versione antitetica del punto 1. Con l’intento di divinizzare il social media marketing, anziché ipersemplificarlo, gli si attribuisce un potere più grande del dovuto. Ma tra Seo e Social avrà la meglio sempre la prima S, in un mondo – come quello virtuale – in cui dovrete sempre fare più attenzione al ranking Google che all’edgerank di Facebook. Gestire con cura le vostre board di Pinterest, interagire su Twitter e creare community su Facebook avrà un riscontro, in termini di entrate finali, 10 volte inferiore all’ottimizzazione della ricerca dei vostri contenuti. Tenetelo a mente.