Quanto costa il Digital Divide
Digital Divide: secondo PWC, il 60% della popolazione mondiale non è connesso a Internet. E solo il 20% delle aziende è considerato high-performer digitale.
Se i 4 miliardi di utenti che oggi sono offline avessero la possibilità di collegarsi ad Internet, il Pil mondiale aumenterebbe di 7.000 miliardi di dollari. È quanto sostiene PriceWaterhouse Coopers nel suo ultimo rapporto, commissionato da Facebook. Il network britannico, specializzato in consulenze e revisioni di bilanci, ha quantificato l’impatto potenziale della realizzazione del sogno di colossi come Google e Facebook: estendere la connessione alla Rete in tutto il globo, eliminando di fatto il Digital Divide.
I VANTAGGI DI UN MONDO SENZA DIGITAL DIVIDE
La previsione, svolta su un campione di 120 Paesi nel mondo su un lasso di tempo di 10 anni, evidenzia importanti benefici soprattutto in materia di crescita economica (grazie anche ai piani di digitalizzazione adottati dalle imprese) e riduzione del tasso di povertà mondiale.
Sempre secondo il report “Connecting the World”, l’accesso alla Rete sarebbe anche un’opportunità per operatori delle telecomunicazioni e fornitori di contenuti. I primi si contenterebbero un potenziale mercato da 400 miliardi di dollari. La torta per i content provider sarebbe minore, ma di sicuro appeal: 200 miliardi di dollari il valore complessivo stimato da PWC.
Tuttavia, la realtà dice che non possiamo godere di tutti questi benefici, viste le numerose barriere che impediscono ad Internet di diventare uno strumento alla vera portata di tutti.
INTERNET, QUANTO CI COSTI
I progressi verso l’inclusione globale e l’abbattimento del Digital Divide, sottolineano gli analisti di PWC, hanno conosciuto un rallentamento negli ultimi anni a causa di barriere all’accesso, legate soprattutto ai costi e alla velocità delle infrastrutture esistenti. Lo studio evidenzia che i prezzi di Internet dovrebbero calare almeno del 70% per poter essere sostenuti dall’80% della popolazione. Il 90% delle persone, inoltre, vive in luoghi in cui la copertura c’è: il problema è che la maggior parte di loro non può permettersela: per il 66% della popolazione, un piano dati di 500 MB costa più del 5% delle proprie entrate mensili (soglia che gli esperti considerano il limite perché si possa parlare di accessibilità alla rete).
IL DIGITAL DIVIDE NELLE AZIENDE
In un mondo come quello di oggi, dove il primo valore è l’informazione, il Digital Divide rappresenta un vero e proprio handicap. La situazione è particolarmente dannosa per le imprese, per cui costituisce un grave ritardo in termini di competitività. Sia che il raggio d’azione sia nazionale sia – a maggior ragione – internazionale, le aziende devono oggi fare i conti con un mercato che non può prescindere dalla comunicazione digitale e dalla reattività in tempo reale, dall’integrazione tra logistica e informatica, dalle nuove forme di promozione e brand management, senza contare l’attività sui social media e motori di ricerca.
DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE: PIÙ SEI ONLINE PIÙ GUADAGNI
KPMG, network di servizi per le imprese, ha condotto un’indagine sui piani di digitalizzazione delle grandi aziende, intervistando cinquecento top manager di altrettante realtà sparse nel mondo. È emersa una forte divisione tra le aziende più evolute (high performer) e quelle meno avanzate (explorer). Le prime hanno attivato piani di digitalizzazione trasversali e integrati con il business. Le explorer, invece, portano avanti progetti frammentati, senza una visione d’insieme chiara. La differenza principale tra high perforare e explorer sta nei risultati: le prime registrano grandi ritorni sugli investimenti, le seconde no.
Oggi solo il 21% del campione esaminato si inserisce nella prima categoria e solo il 25% circa ritiene di avere una strategia digitale davvero integrata. Ma la consapevolezza dell’importanza della Rete è molto forte: il 44% afferma che nel giro di tre anni la propria azienda sarà una “impresa digitale” molto evoluta.
IL DIGITAL DIVIDE IN ITALIA
Se ormai quasi tutti hanno accesso alla Rete nel nostro paese, esiste un netto divario tra Italia e media europea se si guarda alla percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda ultralarga. Solo il 22,3% della popolazione può fruire di questo tipo di servizio, a fronte di una media europea che si attesta al 64%. Un Digital Divide molto ampio, che il nostro Paese è chiamato a colmare al più presto.
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Quello della banda ultralarga è un handicap molto serio soprattutto per le aziende, per la loro organizzazione interna, la possibilità di sfruttare il telelavoro, di proporre servizi innovativi e all’avanguardia. Pochi giorni fa si è celebrato l’Internet Day in Italia: la speranza è che l’evento non abbia un valore puramente simbolico, ma che sia di incentivo per avviare una serie di iniziative che assicurino a tutti i cittadini la connessione Internet ad alta velocità nel più breve tempo possibile.
FACEBOOK CONTRO IL DIGITAL DIVIDE: BUILDING 8
Zuckerberg da diverso tempo sta cercando di sconfiggere il Digital Divide globale e portare Internet anche a quelle persone che per motivi economici o infrastrutturali non possono accedervi. Progetti come Internet.org, seppur con qualche intoppo come nel caso dell’India, hanno effettivamente prodotto qualche risultato. Il colosso di Menlo Park ha oggi aumentato i suoi sforzi in questo campo con la nascita di un nuovo gruppo di lavoro dedicato, chiamato Building 8. La divisione avrà il compito di sviluppare nuovi prodotti hardware per facilitare l’accesso alla Rete alle persone di tutto il mondo.