Google Self-Driving Car, i pro e i contro dell’auto che ci guida verso il futuro

Più sicurezza e meno inquinamento. Come il prototipo di auto senza pilota di Google trasformerà il nostro modo di muoverci in città.

Se l’auto che si solleva sorvolando grattacieli e cavalcavia è ancora lontana, per le strade della California, arrivata dritta dritta dai fumetti di fantascienza degli anni ’50, si aggira la self-driving car.

L’auto senza conducente non è più un prodotto della fantasia.

Ci sono voluti anni di sviluppo e oltre un milione di miglia percorse durante la fase di test, ma ormai il progetto della Google car è pronto a trasformarsi in prototipi circolanti a Mountai View.

La sicurezza al primo posto

A qualcuno darà i brividi l’idea di affidare la propria sorte sulla strada ad una combinazione di sensori e intelligenza artificiale, e c’è chi avrà paura di sentir risuonare la voce suadente di HAL nel piccolo abitacolo, ma la verità è che dall’auto senza pilota ci si aspetta di ridurre di oltre il 90% gli incidenti provocati dalla distrazione o da altri errori umani.

Uno strumento di libertà

Si tratta, certo, di un cambiamento culturale importante. Ah quel piacere di premere sull’acceleratore, di sgasare in faccia all’automobilista imbranato con il cappello in testa che ci ingombra la carreggiata! No, non è questo il tipo di libertà che ci consente l’automobile a guida autonoma, e neppure quella di incollarci al paraurti di chi ci precede ostinandosi a rispettare i limiti di velocità.

Ahimé i limiti la Google car li rispetta per l’irrinunciabile senso del dovere iscritto nei suoi chip e quei maledetti sensori la tengono obbligatoriamente a distanza di sicurezza dall’utilitaria con la P incollata sul lunotto posteriore.

È la libertà di arrivare sicuri a destinazione dopo una notte insonne, la libertà di procedere autonomi sulla propria auto verso la meta desiderata quando qualche handicap lo renderebbe impossibile. Anche la liberà un po’ futile di continuare a twittare senza mettere a repentaglio la vita propria e altrui.

Il futuro senza limiti

Ma la self-driving car è qualcosa di più: è la porta aperta sul futuro più ardito, il campo di sperimentazione delle tecnologie più spinte, di cui immaginare le applicazioni forse non è alla portata della nostra fantasia più di quanto la Google car non lo fosse da quella di Mr Smith seduto sul sedile in finta pelle della sua Ford T, naturalmente di colore nero.


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