Di Facebook e del nuovo modo di leggere e fare i giornali: gli Instant Articles

Il social network presenta l’ultimo prodotto per leggere i giornali, senza uscire dalla sua applicazione. Il New York Times e altri 8 editori i primi a sperimentare un nuovo modo di fare giornalismo.

Si chiama Instant Articles, la nuova funzionalità di Facebook per leggere i giornali su smartphone direttamente sull’applicazione del social network, senza andare a zonzo per siti.

FINO A IERI FUNZIONAVA COSI’
Leggevamo il post di una notizia sulla nostra timeline, cliccavamo e attendevamo fino a otto secondi per visualizzare l’intero articolo. Troppi. Non abbiamo tutto questo tempo. Sopratutto uscivamo da Facebook per stare su altro sito. E questo a Mark Zuckerberg e ai suoi non andava a genio. Ci voleva un modo per tenerci prigionieri in casa loro.

ED ECCO ISTANT  ARTICLES, LA SOLUZIONE
Gli editori on line
non pubblicano più sul loro sito, ma direttamente su Facebook. Senza un soldo di danno, perché i proventi della pubblicità restano agli editori. Almeno per adesso, non ipotechiamo il futuro.

Questo lo scenario per chi si informa tramite il social network: meno tempo per caricare gli articoli, instant. Nuove funzioni, zoom su foto in alta risoluzione, mappe esplorabili, video che seguiranno il movimento dello smartphone, interazione.
Tutto questo è magico, se non fosse che…

…IL PERICOLO C’E’. ED E’ LA LOGICA PROPRIA DEI SOCIAL
Emotività, superficialità, il mi piace a tutti i costi: questo rischia l’informazione. Al momento sono 9 gli editori che hanno deciso di sperimentare il sistema Instant Articles – tra loro il New York Times, NBC, BBC, The Guardian e National Geograpich.

L’atto di fede degli editori è totale, perché la rinuncia è il rapporto diretto con il lettore. Riusciranno i nostri eroi a mantenere il giusto distacco per criticare, indagare e raccontare in maniera imparziale il loro nuovo editore, Facebook?
Il pericolo c’è.

Introducing Instant Articles, a new tool for publishers to create fast, interactive articles on Facebook.

Posted by Facebook Media on Martedì 12 maggio 2015