L’Agcom e le nuove mediazioni: cosa sono le fonti algoritmiche

Oltre la metà degli italiani accede all’informazione online attraverso fonti algoritmiche. È uno dei dati più interessanti contenuti nel Rapporto sul consumo di informazione stilato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e basato su un’indagine condotta nel 2017 da Gfk Italia per conto della stessa Agcom su un campione di oltre 14 mila individui.

Uno dei passaggi più interessanti del rapporto è proprio quello che riguarda l’informazione online. In particolare, l’Agcom inserisce all’interno delle fonti algoritmiche motori di ricerca e social network, ovvero tutte quelle piattaforme in cui la mediazione (la gerarchia dei contenuti) è effettuata da un algoritmo.

Ebbene queste fonti intercettano il 54,4% degli italiani che si informano online, contro il 39% delle fonti editoriali, come siti web e applicazioni di editori tradizionali e nativi digitali. E il 19,4% degli italiani indica una fonte algoritmica come la più importante nella propria dieta informativa. Dati che testimoniano come, nello spazio digitale la mediazione esista eccome: solo che viene spesso effettuata da un algoritmo.

Spiega l’Agcom:

In particolare, in un contesto caratterizzato dallo “spacchettamento” del prodotto informativo e da una fruizione frammentata dei contenuti (articoli, commenti, video, post, ecc.), le piattaforme digitali fungono da intermediari per l’accesso all’informazione online da parte dell’individuo, accesso che molto spesso è frutto anche dell’incidentalità e casualità della scoperta delle notizie da parte dello stesso cittadino, che peraltro rischia di non avere piena consapevolezza circa la natura e la provenienza dell’informazione.

E non è tutto. Il Rapporto mostra come gli individui più schierati dal punto di vista ideologico (polarizzati) ricorrano in maniera piuttosto ampia ad Internet come mezzo di comunicazione per informarsi, secondo dinamiche che portano alla formazione delle cosiddette ‘echo chamber‘, ossia da individui che discutono solo all’interno di una cerchia di persone vicine ideologicamente.

Conclude il rapporto:

L’analisi della relazione sussistente tra la polarizzazione ideologica degli utenti dei social network e le loro attività in rete ha mostrato come la polarizzazione possa avere un effetto significativo sul maggior impegno (engagement) nei confronti delle notizie divulgate dai social network. Il legame tra lo svolgimento di tutte le azioni informative sui social network (incluse quelle azioni a più alto tasso di coinvolgimento dell’utente) e la polarizzazione ha evidenti riflessi sul concretizzarsi di fenomeni di diffusione di posizioni radicalizzate e creazione di bolle ideologiche.