Comunicare la sanità sul web. Il nuovo sito della Fondazione Santa Lucia

di Nicola Zamperini

Comunicare la sanità sul web non è cosa facile. Ma la Fondazione Santa Lucia ha presentato un nuovo sito che innova radicalmente rispetto al consueto panorama.

Progettare e realizzare il sito web di un ospedale è una faccenda complicata. Un’istituzione sanitaria ha di fronte a sé pazienti e non clienti, si rivolge a una platea vasta di interlocutori di ogni genere. Medici, infermieri, tecnici, familiari dei pazienti, ricercatori e comunità scientifica, istituzioni, azionisti (se privati), politici, giornalisti, opinione pubblica, donatori. Un ospedale deve parlare a tutti e continuare a fare il proprio mestiere che è quello di curare le persone. Ma talvolta i siti degli ospedali hanno una predilezione per uno dei pubblici di riferimento e dimenticano gli altri.

Abbiamo preso in esame il sito della Fondazione Santa Lucia che è stato recentemente rinnovato non solo nel layout ma anche nella parte di prenotazione e gestione dei processi clinici.

Il risultato è più che positivo.

Il Santa Lucia riesce a parlare a tutti i propri interlocutori in maniera chiara e soprattutto veloce. Attraverso un semplice form ripetuto più volte nella pagina si possono cercare medici, prenotare esami, cancellarli (e questa è una novità), richiedere cartelle cliniche. Allo stesso modo – a centro pagina – il Santa Lucia mette in evidenza la componente di ricerca che è componente essenziale nella definizione dell’ospedale che è anche un importante centro di ricerca.

Il valore fondamentale dei contenuti, vera chiave del brand journalism, risulta evidente nello slider di apertura. Si tratta di contenuti che parlano dell’Ospedale, raccontano storie ed esperienze, innovazione e ricerca. Questa è la sola parte in cui, ai gestori del sito chiediamo più coraggio: il racconto va esteso a temi che riguardano le neuroscienze e la riabilitazione, storie e notizie non necessariamente legate al brand Santa Lucia.

Un buon sito non ha timore di aiutare chi naviga, a costo di essere un po’ ridondante. A metà pagina vengono ripetuti pubblici di riferimento più importanti: pazienti, ricercatori, studenti e docenti, giornalisti. A ciascuno è proposto un percorso di navigazione.

Già da alcuni passaggi si intuisce la strada che il Santa Lucia ha deciso di intraprendere. La scelta di puntare non sui reparti ma sui medici, non sull’organizzazione ma sulle persone. E’ una scelta chiara. Non conta la struttura contano le persone. E dopo un mega banner per il fund raising posizionato a metà pagina, e a un solo scroll, compare la vera innovazione che questo sito ha prodotto.

Una gallery dei volti e dei nomi delle persone che lavorano al Santa Lucia. Medici, ricercatori, infermieri, tecnici, personale amministrativo. Se si clicca sulla foto si atterra su una pagina in cui si chiarisce la posizione e la funzione, in alcuni casi il curriculum, della persona.

Il messaggio è chiaro e va oltre gli slogan sulla centralità della persona nei servizi di cura, assistenza e ricerca. Qui davvero le donne e gli uomini del Santa Lucia ci mettono la faccia. Questa scelta ha una doppia valenza. Una prima verso l’esterno. Ai pazienti e alla comunità sanitaria e scientifica si dice che al di là delle tecnologie e dell’innovazione, oltre i macchinari più evoluti contano le persone: saranno loro a curare, saranno loro a lavorare sui progetti di ricerca. Saranno loro a innovare, e a partire da loro si migliorerà la tecnologia che viene utilizzata in sanità.

D’altro lato questa scelta ha un valore essenziale per la cosiddetta comunicazione interna.È la comunità di uomini e donne che ogni giorno lavora nell’ospedale l’asset principale del Santa Lucia. La comunità conta più delle macchine, più delle strutture, più degli accreditamenti e più del rapporto con la Regione e le Asl. Non è un caso che a ogni refresh della pagina cambino i volti proposti, mantenendo, secondo quanto siamo riusciti a rilevare, sempre una pluralità di funzioni.

Mai scelta fu più azzeccata. Quando si esce da un ospedale e il giudizio è positivo un paziente descrive l’esperienza con “sono stati bravissimi, sono stati attenti” e via così. E’ raro ascoltare lodi alle macchine o alle tecnologie. Si parla delle persone e al Santa Lucia l’hanno capito bene.