Come usare l’intelligenza artificiale a favore dell’umanità: spunti e riflessioni
di Rachele Carosi
Sebbene rappresenti un importante risultato del processo tecnologico, è fondamentale che l’intelligenza artificiale sia uno strumento al servizio dell’essere umano, con l’obiettivo di disegnare e progettare il futuro dell’innovazione.
L’entrata in scena dell’IA continua a sconvolgere e animare il dibattito legato al progresso tecnologico e allo sviluppo umano, in un’ottica di relazione funzionale e responsabile, volta a migliorare il lavoro e le condizioni di vita dell’individuo.
Il tema è stato affrontato nel discorso del segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, intervenuto al Global Standard Symposium di Nuova Delhi, che riprende e condivide il pensiero espresso da Papa Francesco secondo cui “L’intelligenza artificiale è nata con uno scopo, ovvero quello di rimanere uno strumento per costruire il bene di ogni essere umano e un domani migliore per tutti”.
“INTELLIGENZA” AL SERVIZIO DELL’UOMO
L’intelligenza artificiale ha già iniziato a dare i suoi frutti in tutti i campi delle scienze, come testimoniato dal recente traguardo raggiunto nel settore della diagnostica per immagini per l’analisi di radiografie, risonanze magnetiche, ecografie e TC e nell’interventistica radiologica. Grazie agli innovativi algoritmi di “deep learning” e “machine learning”, l’IA è oggi in grado di supportare il ruolo dello specialista, riducendone rischi e complicanze, e apportare un significativo miglioramento della performance diagnostica in termini di accuratezza.
Così l’intelligenza artificiale studia l’uomo, i suoi movimenti e le sue espressioni, per affiancarlo e non per sostituirlo o limitarlo. Insieme è possibile progettare un futuro più sicuro e sostenibile.
IL FUTURO IN QUATTRO ESEMPI
L’intelligenza artificiale può apparire distante dalle nostre vite, ma la vera sfida è accoglierne gli obiettivi futuri per cercare di immaginare una società sempre più a misura di essere umano.
Se si guarda alle nuove generazioni emergono sempre più frequentemente disagi di carattere sociale, come depressione, ansia e disturbi comportamentali, disagi sui quali l’IA può intervenire. L’intelligenza artificiale può, infatti, “trasformarsi” in una vera e propria persona con cui confrontarsi e conversare, in grado di rispondere con coerenza ai quesiti che le si pongono; inoltre, potrà offrire un servizio di terapia virtuale, a livello medico, che permetterebbe al paziente di evitare lunghe liste di attesa e sentirsi più a suo agio nel dialogo sul problema. Inoltre, al già sperimentato miglioramento dell’esperienza di acquisto, l’IA potrebbe arrivare a garantire un’”immortalità digitale” grazie alla creazione di una sorta di avatar, capace di riprodurre fedelmente l’uomo sotto ogni suo aspetto. Una copia digitale che non conosca “aldilà”.
Gli esempi sopra illustrati sono soltanto alcune delle prospettive che l’intelligenza artificiale offre e può offrire, in qualità di strumento, all’umanità tutta: è fondamentale, quindi, che l’individuo si ponga in un dialogo proattivo e costruttivo nei confronti di questa innovativa tecnologia.