“eMAG” di Hugo Boss, ovvero come un vestito diventa una storia con il brand journalism

Si chiama eMAG ed è il modo in cui Hugo Boss ha deciso di usare le tecniche del brand journalism per dare una nuova immagine all’azienda e ai suoi prodotti.

Si tratta, come suggerisce il nome, di un magazine attraverso il quale la casa di moda tedesca racconta i valori dell’azienda, pubblicizza i prodotti, dà notizia degli eventi a cui partecipano i diversi testimonial, porta i lettori dietro le quinte delle sfilate e dei servizi fotografici che realizza per le nuove collezioni e dà voce ai professionisti che in un modo o nell’altro collaborano con Hugo Boss.

In sostanza, l’azienda è riuscita a comunicare e a pubblicizzare il brand puntando più che sui prodotti in modo diretto, sulle storie e sulle idee che gli hanno dato vita.

 

UN MAGAZINE DENTRO UN SITO

L’operazione risulta ancora più intelligente se si pensa che il magazine non è mai scollegato dal sito di Hugo Boss, sul quale si possono acquistare i prodotti delle collezioni per uomo, donna e bambini, e si possono consultare le idee per Natale e i profumi.

 

 

 

 

DIETRO LE QUINTE DI HUGO BOSS

Che voi siate in Italia, in Finlandia, in Grecia o negli Stati Uniti non importa: per partecipare alle sfilate di Hugo Boss vi basta un semplice click. Sì, perché su eMAG Hugo Boss racconta, con tanto di video dalla passerella e di intervista ai protagonisti, com’è nata la nuova collezione, com’è andata la presentazione e i retroscena come i retroscena che chiudono questo pezzo.

 

Quando è finita la presentazione, si sentivano i redattori di moda che uscivano dall’edificio e bisbigliavano “Vorrei poter indossare tutto, adesso!” Lavoro eseguito.

 

E qui, se cliccate sulla foto, arrivate al video che purtroppo non si può condividere su altri siti.

 

 

E dei “dietro le quinte” fa parte anche l’articolo sul servizio fotografico girato in California, nel Vasquez Rock, “set di molte produzioni di Star Trek”, come tengono a sottolineare sul magazine. Una location, si spiega, adatta al tipo di campagna ideata dall’azienda dove le modelle sono truccate “in modo spaziale” e hanno un compito in più: riprendere oltre che essere riprese.

 

I TESTIMONIAL DI HUGO BOSS

In una sezione destra, chiamata “News”, con un piccolo trafiletto si dà notizia di eventuali eventi a cui partecipano le star che vestono Hugo Boss. Sembra essere una particolare sezione, perché a differenza del resto del magazine scritto in italiano (o nella lingua che si può scegliere in basso a sinistra), è in inglese. Sembra, insomma, una “parte statica” del sito, aggiornata alla stessa maniera per tutti i Paesi.

Ed è sempre sulla destra che si trovano: lo scroll collegato al profilo Twitter, la Tag Cloud, la Hugo Tracks Radio e le icone che, se cliccate, servono per condividere sui social network il magazine.

Insomma, si tratta di brand journalism vero e proprio: cronaca di un evento che è collegato all’azienda e ai suoi prodotti, capace di informare ma anche di coinvolgere il pubblico di lettori/clienti. Un sito, quindi, dal quale prendere esempio se volete iniziare a muovere i primi passi in questo modo innovativo di comunicare un brand.