Eat Alabama Seafood, l’industria ittica come non vi è stata mai raccontata

L’industria ittica non è mai stata così vicina ai consumatori. O almeno, non in Alabama. Merito del lavoro di Big Communications, azienda statunitense specializzata nel content marketing che ha imboccato per la prima volta anche la strada del brand journalism. Con successo, a giudicare dal risulto finale: una rapida navigazione sul sito EatAlabamaSeafood.com, infatti, fa subito apprezzare la qualità del progetto e la strategia di comunicazione. Nell’ambito di una più ampia partnership con l’Alabama Department of Commerce, volta a valorizzare la fucina di idee e industrie che rendono questo Stato americano uno dei più dinamici dal punto di vista della crescita economica, Big Communications ha voluto raccontare soprattutto una porzione di questo mondo. E, per farlo, si è dotata di tutti i ferri del mestiere giornalistico.

VALORIZZARE LE STORIE E I LUOGHI DI SEMPRE

Il progetto è partito da un presupposto preciso, ovvero dalla necessità di creare nuova domanda per i prodotti dell’Alabama Gulf Coast. La materia prima c’è sempre stata: ristoranti storici, fiere, frutti di mare di qualità, possibilità di pescare legalmente. Quello che mancava a quest’area era una strutturata attività di comunicazione che facesse conoscere al resto dei cittadini a stelle e strisce le particolarità e le primizie di una terra poco esplorata. In questo, gli Stati vicini come la Louisiana e la Florida si erano dimostrati più al passo coi tempi. Per questo è intervenuta in soccorso Big Communications, che raccontando storie e luoghi di tutti i giorni ha ridotto la distanza tra consumatori e industria ittica, ha favorito un senso di orgoglio nei confronti di quelle aree e abbracciato talmente tanto il calore del Sud – parole di Big Communications – «da rendere anche il più ardente degli Yankee (i cittadini americani del Nord, ndr) un nostalgico dei gamberetti fritti».

IL CUORE PULSANTE DEL PROGETTO: IL SITO

Il sito presenta una strutturazione invitante e gustosa. Sono 5 le categorie principali: Find It, Catch It, Cook It, Share It e See It. Nella prima l’utente ha la possibilità di scoprire dove reperire tutte le specialità della zona, dal micro al macro, ovvero dal ristorante al grossista passando per il rivenditore. Un elenco di centinaia e centinaia di locali suddivisi per città fornisce all’utente tutte le informazioni del caso: indirizzo preciso, numero di telefono e orario di apertura. L’elenco si basa tra l’altro su una sorta di crowdsourcing per cui gli utenti possono liberamente segnalare nuovi ristoranti e rimpolpare il già corposo insieme di segnalazioni. Rivenditori e grossisti, oltre a essere divisi per città, sono segnalati anche in base ad un’altra curiosità categorizzazione: shrimp, oysters, fish, crab. Perché andare fino a un venditore all’ingrosso se poi non è possibile trovare la propria specialità preferita? La completezza del sito non dà adito a insoddisfazioni.

Nella sezione Catch it si comincia a respirare, davvero, aria di brand journalism. Se infatti nella prima sezione si offre, tutto sommato, solo un elenco strutturato di luoghi dove giovare delle prelibatezze della zona, l’area dedicata alla pesca immerge l’utente in un’esperienza più totalizzante. Perché andare al ristorante quando si può andare direttamente alla fonte? Oltre a raccontare la storia degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia dell’industria ittica, la sezione illustra le diverse tipologie di avventura marittima in cui il singolo si può imbarcare. Dei mezzi particolari, chiamati Charter Boats, offrono corsi specializzati, licenze temporanee e tutta l’attrezzatura del caso per permettere ai pescatori part-time di godersi un’esperienza indimenticabile senza l’onere di doverne fare una vera professione. Un modo come un altro per avvicinare persone comuni a un mondo visto, spesso, come lontano e angusto. Sempre in quest’area, il racconto degli esperti del settore suggerisce agli utenti quali sono le stagioni migliori per pescare tutti i diversi prodotti che quel mare può offrire. Il claim della sezione parla da sé: «Just like football in Alabama, every fish has a season».

Nella sezione Cook It si alternano in un mix esplosivo di How To e racconti appassionati tutti i migliori modi per cucinare i frutti di mare. Chi firma questi gustosi vademecum alimentari? Un team affermato di chef, considerati la punta di diamante della Costa del Sud, ognuno con la sua biografia e il desiderio di partecipare al progetto valorizzando le squisitezze ittiche dell’Alabama. L’utente ha poi la possibilità di trovare in un’unica sezione, Share It, lo stream di notizie pubblicato dalla piattaforma dove vengono aggregati tutti i contenuti scritti dalla newsroom di Big Communications: eventi, fiere, festival e chi più ne ha più ne metta. Il tutto, non con l’occhio dello spettatore esterno, bensì con la narrazione di chi questi eventi li vive in prima persona. Foto, video e interviste fanno rivivere all’utente l’esperienza dell’evento esattamente come se avesse partecipato anche lui. See It, infine, è la sezione più visual del sito, che raccoglie in una grande photo gallery tutte le immagini che sono state pubblicate su Instagram utilizzando l’hashtag di riferimento: #AlSeaFood.

IL PROGETTO IN NUMERI

L’azienda statunitense, fiera di pubblicare i numeri dei suoi progetti di successo, ha reso noto che in circa 3 anni sono stati raggiunti 20.000 fan su Facebook, 5.000 followers su Twitter, 160.000 utenti unici sul sito e che proprio EatAlabamaSeafood.com è riuscito a posizionarsi su Google come primo risultato delle queries di riferimento come “alabama seafood” e “gulf seafood”. Il progetto è riuscito a sbarcare su testate specializzate nell’industria alimentare come Perishable News e su magazine di cucina come quello di Paula Deen, senza contare le pubblicazioni su testate nazionali più generaliste come Southern Living e The Associated Press.

Attraverso un’azione combinata di comunicazione online e offline, un’attività umana tendenzialmente sconosciuta è stata messa sotto la lente d’ingrandimento del brand journalism e raccontata con i migliori strumenti a disposizione per valorizzare le specialità ittiche e le tradizioni di pesca della della zona. Un invito a gustare queste prelibatezze per gli amanti del pesce, un invito ad investire per le aziende interessate al sttore, un invito ad essere orgogliosi della propria terra per i cittadini dell’Alabama.